Escursioni e itinerari

Isola Bella

L’isola Bella, la più famosa delle isole, è per gran parte occupata dal palazzo Borromeo e dallo stupendo giardino che lo contorna. In origine l’isola era un nudo scoglio sul quale vivevano pochi pescatori con le famiglie, poi verso il 1600 il conte Carlo Borromeo terzo ne iniziò la trasformazione e chiamò l’isola, in omaggio alla consorte, isola Isabella, solo più tardi il nome cambiò in isola Bella.

Lo scoglio fu rivestito di prati e di alberi, e la sua altezza fu corretta per la costruzione di giardini terrazzati, in posizione stupenda, a specchio sul lago fu costruito il palazzo, come dimora di riposo e di svaghi.

Tutta quest’opera grandiosa venne condotta a termine verso la fine del 600 dai figli di Carlo, Vitaliano e Giberto con la collaborazione degli architetti A.Crivelli, Richini, A. Biffi, F. Castelli, F, Cagnola e C. Fontana.

Per apprezzare l’Isola Bella è necessario visitarla di persona, solo passeggiare tra le viuzze, nel palazzo Borromeo e nei giardini, può dare al turista sensazioni incredibili: che aspettate allora, prenotate con noi una giornata speciale!

Isola Bella

Il Palazzo Barocco

Il palazzo barocco presenta le sue facciate ovest e nord ovest, con piano terreno porticato; piano nobile, mezzanino, ed attico con finestre timpanate e lesene di scansione divisoria. Visitando il suo interno, si ammirano le sfarzose sale adorne di rilievi e di stucchi, arredate con mobili antichi, lampadari di murano ed abbellite di quadri di insigni maestri.

Dalla sala d’armi, si sale per uno scalone alle cui pareti sono scolpiti gli stemmi Borromeo e di famiglie con loro imparentate, si raggiunge la sala delle medaglie, così detta per le medaglie in legno scolpito e dorate che rappresentano la vita di San Carlo.

Dalla sala delle medaglie si accede al salone delle feste, iniziato nel 1630, sospeso nel 1671 e terminato nel 1950 su progetti originali, sala anche oggi utilizzata per ricevimenti e matrimoni, come quello del 2004 tra John Elkann e Lavinia Borromeo, da cui sono nati Leone, Oceano e Vita.

Dal salone delle feste si passa poi alla sala della musica, ove si tenne dal 11 al 14 aprile 1935 la conferenza di Stresa, fatta per discutere la conservazione dello “status quo” europeo. Nella sala della musica sono custoditi antichi strumenti musicali ed alle pareti numerosi quadri di Pietro Mulier detto “tempesta” 1637-1701, ed una fucina di vulcano attribuita a Jacopo Bassano.

Si passa poi nella sala di Napoleone, che nel 1797 vi dormì con Giuseppina, stupendo il panorama dal balcone che permette di vedere la Val d’Ossola e sullo sfondo i monti del Sempione.

Si entra poi nella biblioteca, che racchiude libri dal XVI al XVIII secolo ed alcuni preziosi quadri.

Segue poi la sala di Luca Giordano, al fecondo maestro Caravaggesco (1632-1705) si debbono le tele raffiguranti il trionfo di Galatea, il giudizio di Paride ed il ratto d’Europa, nella stessa sala due paesaggi di Salvator Rosa, due armadi di stile toscano del 600 ed una sella d’avorio del 500.

Segue la saletta di Famiglia con ritratti di antenati dei Borromeo, si accede poi alla sala dello Zuccarelli che accoglie alcune vedute di possedimenti dei Borromeo, dipinte dal noto pittore grossetano, poltrone in velluto veneziano del 600, e piccole tappezzerie del 500.

Nella seguente sala della conversazione fanno sfoggio di sé, al centro, un tavolo in mosaico donato dal Vaticano (1825), alle pareti, un Bacco da alcuni ritenuto del Rubens e la testa del Battista del Cerano.

Si entra poi nella sala da ballo, bell’ambiente di stile Impero, i cui disegni originari risalgono all’abate Zanoia e medaglioni di antenati della famiglia Borromeo.

Si scende poi nell’ambiente più singolare del palazzo, Le Grotte: nei 6 ambienti, estrosamente composti con materiale litico, ferroso e musivo, sono disposte statue, sculture cinesi, una statua indiana del secolo XI, oltre a materiale geologico, paletnologico, modelli di imbarcazioni ed una raccolta di eleganti coperture da cavallo già appartenute al cardinale Federico Borromeo.

Passando per la scala elicoidale a sbalzo, ricavata nella torre e risalente al 1631, si torna al salone delle feste ed alla sala da ballo.

Attraverso il corridoio degli specchi si accede all’anticamera, abbellita da numerosi quadri, fra i quali 2 fatti della vita di Sant’Eligio, di Daniele Crespi e disegni a monocromo del Cerano.

Per la scala si passa nell’anticappella e poi alla cappella di famiglia.

Dalla cappella si passa ad un andito circolare e da qui alla sala degli arazzi, addobbata con 6 meravigliosi arazzi fiamminghi del 500 in seta ed oro, raffiguranti animali fantastici in un lussurreggiante contorno di alberi e fiori. Alle pareti molti quadri, fra questi spiccano le tele assegnate al Caravaggio, al Parmigianino ed a Camillo Procaccini.

Dalla sala degli arazzi si esce nei giardini all’italiana, stupenda composizione barocca articolata in 10 terrazze sovrapposte rette da balaustre, popolate di statue del Resnati e del Simonetta, adorne di fontane, di torricelle e di nicchie.

Di grande spicco è la coreografia centrale del giardino, imitante una grande conchiglia composta da sovrapposti ripiani di nicchie separate da pilastrini, in una festosa cornice di figure scolpite.

Al sommo svetta il liocorno dei Borromeo, candide pavoncelle s’aggirano tra le fioriture di azalee, di rododendri, di camelie, di oleandri e fra preziosi esemplari di piante, dalle terrazze il panorama è stupendo.